di Marie Darrieussecq.
Si sa, le crociere sono un po’ pacchiane, soprattutto se si viaggia a Natale, ma è un regalo di sua madre, e Rose non ha voluto rifiutare. È partita con i suoi due figli: Gabriel, che ha quindici anni e sta scrivendo di nascosto un romanzo sul suo smartphone, e la piccola Emma, che somatizza tutti i problemi che ha a scuola, ma non perde mai il buonumore. Rose è una psicologa, si è trasferita a Parigi dal sud della Francia per l’università, e poi ci è rimasta. Ora che suo marito, un agente immobiliare, è in pieno burnout , la decisione è presa. Tra qualche mese la famiglia lascerà la capitale per trasferirsi a Clèves, il paesino in cui è nata Rose. Nel frattempo Rose si gode la vacanza nel placido mar Mediterraneo. Almeno fino all’alba della vigilia di Natale: durante la notte l’equipaggio della nave trae in salvo centinaia di migranti che su un’imbarcazione di fortuna tentavano di raggiungere le coste italiane dalla Libia. Rose presta soccorso come può a quella massa di corpi fradici stipati sottocoperta. Tra loro c’è anche Younès, un giovane nigerino che attira la sua attenzione. Il ragazzo le chiede un cellulare, e Rose, che è una donna di buona volontà, ma anche un po’ maldestra, va a prendere quello di suo figlio e glielo regala. Rose ancora non lo sa, ma quel gesto all’apparenza insignificante cambierà per sempre i loro destini. Quando, mesi dopo, Younès si ritrova a Calais, ferito per aver tentato di raggiungere l’Inghilterra aggrappato a un camion, sa che può contare sull’aiuto di Rose (in fondo è lei la «mamma» nella rubrica). Superando ogni timore, Rose e la sua famiglia accolgono allora Younès nella loro casa di Clèves per prestargli le cure necessarie. Durante quell’insolita convivenza, tutti rimettono qualcosa in discussione e imparano ad accettarsi e amarsi un po’ di piú.