di William Styron.
A imporgliela, la crudeltà sadica dei nazisti ad Auschwitz. La “colpa” di Sophie, invece, è quella di essere sopravvissuta: una colpa che condivide con Nathan Landau, un ebreo americano con cui, nella New York del 1947, intreccia una relazione furibonda, nella quale entrambi cercano invano di recuperare l’innocenza per sempre perduta. Testimone e narratore della loro storia è un aspirante scrittore, Stingo, un giovane del Sud in cui è riconoscibile lo stesso Styron. Romanzo intenso, straripante, inesorabile, La scelta di Sophie travalica i confini della storia e, partendo dall’Olocausto, sposta la riflessione sul piano esistenziale, presentando il Male non come frutto di una mente perversa, o come il risultato di una congiuntura storica, ma come una tentazione cui chiunque può cedere.